Diritto all'oblio, il diritto di essere dimenticati. Ecco come fare

Diritto all'oblio, il diritto di essere dimenticati. Ecco come fare

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Il diritto all'oblio
è il diritto a essere dimenticati dalla propria Azienda quando si smonta dal lavoro, nel giorno di riposo e durante le ferie.

Questo diritto dovrebbe essere considerato sacrosanto, come una norma standard, purtroppo in Italia non viene sempre rispettato, soprattutto nel caso degli infermieri, ostetriche e OSS.

I dirigenti delle aziende, che percepiscono invidiabili stipendi, il cui numero è notevolmente aumentato negli anni, non sono mai stati capaci di risolvere il problema della carenza di personale (contribuiscono a rendere l’ambiente tossico, non è un caso che colleghi e studenti scappino).

Poiché non riescono a coprire i turni e garantire la continuità delle cure, hanno trovato conveniente reinterpretare le norme a loro piacimento, chiaramente senza scriverle esplicitamente, a voce, ma in modo vessatorio. Ci viene da pensare che in fondo anche i dirigenti sono infermieri, potrebbero loro sostituire qualche volta il personale mancante, come buon esempio.

Inizialmente, è stata avviata una pratica che ha privato sempre di più i lavoratori del loro tempo libero attraverso la riduzione delle ferie. Secondo la normativa, nel comparto del SSN pubblico, ogni anno spettano 36 giorni di ferie, di cui almeno 15 giorni consecutivi nel periodo estivo. È importante sottolineare che devono essere almeno 15 giorni consecutivi e non solo 15 giorni.

La dirigenza sanitaria per mascherare la mancanza di capacità e competenze organizzative ha inventato le ferie richiamabili, regolate da una serie di sigle per far intendere ai professionisti che saranno eventualmente richiamati dalle ferie.

Le ferie richiamabili non sono una pratica legale.

Per legge, le ferie devono essere richieste per iscritto e la richiesta deve essere accettata o respinta per iscritto. Grave e pericoloso lasciare i dipendenti a casa in ferie senza un'approvazione scritta del dirigente, poiché si tratterebbe di un'assenza non giustificata dal punto di vista legale.

Successivamente alla manipolazione delle ferie, sono state introdotte altre invenzioni, i recuperi ore richiamabili esempio, il recupero ore significa che io ho già lavorato precedentemente e ora godo del recupero. Invece costringono il personale a regalare ulteriori sei ore di pronta disponibilità, gratis, dopo aver già dato precedentemente il giorno di lavoro, è assurdo.

Ultima novità, pericolosissima per i pazienti, riguarda la pronta disponibilità a partire dalle 16:00 del giorno dello smonto. Essere disponibili per eventuali turni notturni non solo nel proprio reparto, ma anche in reparti affini.

Ritrovarsi improvvisamente in un reparto sconosciuto, senza conoscere i pazienti, le postazioni e la disposizione di importanti dispositivi salvavita, dopo una notte di lavoro e con stanchezza accumulata, può essere problematico e pericoloso, non solo per il paziente ma anche per il professionista, a rischio di eventuali denunce o risarcimenti di danno in caso di errore dovuto proprio alla stanchezza.

Questa situazione ha portato molti professionisti sull'orlo dell'esaurimento, tanto che molti colleghi preferiscono lasciare il lavoro piuttosto che sentirsi oggetti di proprietà aziendale e/o affrontare l'arroganza e la prepotenza di alcuni superiori che non esitano ad esercitare pressioni psicologiche ed emotive, minacciando conseguenze negative per il collega o per i pazienti nel caso in cui non rispondano al telefono.

Qualcuno è stato anche minacciato di provvedimenti disciplinari, da denuncia. Questo è gravissimo.

Le ferie, lo smonto e il riposo servono per il recupero psicofisico e non devono essere considerate un lusso.

Lavorare con persone ammalate, che soffrono, oltre alle responsabilità, rischi e carico fisico di lavoro, porta conseguenze psico-fisiche che segna la vita del professionista, ma questo è molto sotto-valutato in Italia.

Il professionista poi, nel suo giorno di riposo ha il diritto di decidere se allontanarsi dalla città, dato che nessuno gli paga la pronta disponibilità, e ha il diritto di staccare la spina senza il pensiero che il coordinatore potrebbe chiamarlo per un rientro improvviso.

Non lasciatevi ingannare.

Come possiamo difenderci da tutto ciò? Attraverso il diritto all'oblio.

I legali del Nursing Up hanno preparato un documento, disponibile per il download, da inviare alla propria azienda o datore di lavoro, chiedendo l'applicazione della legge sulla privacy, in particolare l'articolo 18 e l'articolo 21.

Un diritto a cui le Aziende non possono negare, e se dovessero farlo siamo pronti a trascinarle in tribunale.

Ricordiamo anche che gli iscritti al Nursing Up hanno una tutela legale illimitata, usatela.

Nel documento, affermiamo che se il datore di lavoro desidera comunicare con noi professionisti, deve farlo in modo formale, utilizzando l'ordine di servizio e non tramite numeri di telefono privati, social media o e-mail.

Responsabile Regionale Emilia Romagna

Francesca Batani - info: 3383936095

LapaginadiNursingUp

Vincenzo Parisi - lapaginadinursingup@yahoo.com


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